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Video di Sandro Barattini

Giro alle Gole dell'Ardeche 02/06/2017

02/06/2017 Le gole dell’Ardeche
2a Tappa: Montelimar - Avignon
Ci alziamo un po’ tardino, anche se per riordinare i bagagli svaccati in camera ci ho fatto le 02:00. Però al mattino tutto era in ordine pronto per essere di nuovo caricato sulla moto. Per cui, incomincio a portare un paio di borse a domicilio,…….ma qualcuno è stato più mattiniero, sono circa le 07:00. Infatti incrocio Sandro, che dalla faccia soddisfatta doveva esser già di ritorno dalla prima colazione. Buffet libero a volontà. Infatti mi ci ficco a capofitto, in barba a tutte le personali restrizioni, mi abbuffo come non facevo da tempo. ….Presto alla fiera,…tardi alla guerra….. La giusta dizione è in dialetto, per cui vi risparmio, ma mio papà la citava spesso.
Va bene, si fa colazione alle 7, ma come mai si parte alle 9 suonate…….? Usciamo da Montelimar e ci avviamo verso l’inizio del percorso che da il nome a tutto il giro. Imbocchiamo la D86, che spero sia la meno trafficata, e così è, visto che ci regala anche qualche scorcio panoramico, oltre a seguire per alcuni tratti il Rodano che qui manifesta la sua potenza. Raggiungiamo rapidamente il paese di Saint Martin d’Ardeche, dove canonicamente iniziano….o terminano le Gorges de l’Ardeche.
Procediamo sulla D290 che è la strada che costeggia l’Ardeche. C’è un’altra via la D201, che poi va ad integrarsi con altre, ma senz’altro questa è la più spettacolare.
Sull’altra riva del fiume, in cima alla falesia, il bellissimo e caratteristico borgo medioevale di Aiguèze, che visiteremo in seguito.
Pochi km e si entra nel vivo,….un paio di curve e un cartello segnala il primo punto di osservazione sull’Ardrche.
Posteggiamo le moto nella piazzola antistante, scalati alcuni gradini osserviamo dal pulpito un spettacolo maestoso. Anticipo una considerazione. Come faccio a descrivere con le parole quello che vedo e le emozioni che questa, come le altre viste che incontreremo e ne incontreremo parecchie, procurano? Non ne sono capace, bisogna venire e provare. Inutile sperticarsi con aggettivi con desinenza in …issimo. Anche le foto, non rendono una cippa. A parte che non sono fotografo e nemmeno ho una sensibilità fotografica come alcuni di voi. Non ho in primis la pazienza, di conseguenza l’attrezzatura, che mia figlia, lei si, dotata di queste virtù, si è ovviamente accaparrata. Quindi, lo dico una volta sola. SPETTACOLARE, IMPERDIBILE,EMOZIONANTE…..e non ci ho messo neanche un ….issimo.
Per darvi un’idea, un tratto di fiume, direi anche bello lungo, che con numerosi fantastici meandri ha scavato nei millenni, le falesie dell’Ardeche. Le pareti sono scoscese e alte anche oltre un centinaio di metri , per lunghi tratti non ci sono approdi, qualche piccola spiaggia, ogni tanto per dare la possibilità a quei fortunati che si possono permettere un soggiorno più lungo e discendono il, sottolineo, tranquillo scorrere del fiume con una colorata sequenza di canoe, Kayak e via discorrendo. Questo, spettacolo nello spettacolo, per chi, come me, avrebbe fatto patti col diavolo per poterci partecipare. Ma non si può avere tutto. Il tour standard in canoa dura tutto un giorno, poi, c’è pure quello che dura due giorni con soste, pranzo, cena e pernottamento nelle anse dell’Ardeche. Immaginatevi la stretta al costato mentre scrivo queste cose. Se qualcuno lo pigliasse in carico, ….mi faccia sapere.
Ora vi è un altro aspetto, anche se per me, meno determinante ma ugualmente piacevole. Da Saint Martin a Vallon Pont d’Arc, altro caposaldo del giro, configurato come punto d’arrivo o di partenza, sono 40 km, per un tempo di percorrenza stimato in un ora circa. Ma motociclisticamente parlando una strada dall’andamento fantastico. Il manto stradale con asfalto molto rugoso, che in qualsiasi condizione metereologica ispira sicurezza, rugoso non significa con buche , voragini o stradossi, che se non li vedi in tempo vai a fare concorrenza alla Cristoforetti. Il tutto con le giuste indicazioni, compresa quella dedicata ai centauri, ricordando loro che se gli preme la pelle non devono fare i pirla. Senza autovelox, pattuglie di polizia o altri mezzi intimidatori.
Talmente bella, godibile e invitante che i miei compagni d’avventura, ogni tanto sparivano più veloci della folgore a godersi questo ben di Dio.
Da parte mia non mi sono perso un punto d’osservazione, un balcone, una piazzuola dove o finito l’autonomia di telecamera, macchina fotografica e schedina del cell. E quando mi ricapita ?
Il culmine del paese dei balocchi è il Pont d’Arc. Un arco naturale scavato dal fiume, maestoso e imponente, che ho potuto solo fotografare, ma quanto avrei voluto scorrervi sotto, pagaiando silenziosamente sulle splendide pacifiche acque.
Le mie farneticazioni vengono interrotte da uno sguardo all’orologio. Mezzogiorno e capitiamo . sulla soglia di un’invitante trattochioscopizzeria, che strizza l’occhio pure ai motociclisti. Parcheggio a disposizione, le curve hanno dileguato le scorte alimentari fatte a colazione, quindi…….si va d’insalatona. Io e l’insalata, un amore mai sbocciato, anzi sostanzialmente contrastato, ricordo ancora l’ultima a base di granoturco, ma qui c’è un po’ di tutto e devo dire in tutta sincerità che mi è piaciuta.
Si comincia seppure a malincuore a pianificare il rientro. Però c’è da fare i conti con il meteo. Mi sono dimenticato di dire che finora è stata una splendida giornata di sole. Domani sull’arco alpino è previsto brutto tempo, ma le alternative non sono molte. Intanto ripartiamo, facciamo una decina di km e Sandro mi si avvicina chiedendomi…….”ma le cose belle da vedere….sono finite, vero? Visto le previsioni se andassimo in Camargue ?
Rispondo…..”la Camargue è un po’ in giù, poi ci si fermerebbe una notte e a parte le ostriche di Saintes Maries da la Mer, innaffiate con un appropriato Cote du Rone….. per vedere si potrebbe fare poco .…….Però, e mi luccicava l’occhietto ,potremmo fare tappa ad Avignone……ci siete stati?”.no”. Si va ad Avignone, poi domani si rientra dalla Liguria o si vedrà.
Però per andare ad Avignone bisogna invertire la marcia,….ed i miei soci…all’unisono, “ottimo , rifacciamo la strada delle gole in senso inverso !!! …Malati.
Una vera figata. Ripercorrere quel tratto di strada, in senso inverso, sulla carreggiata che affianca le gole, senza soste turistiche,….devo dire che mi sentivo tanto “joe Bar”. Pirlate a parte è un consiglio che vorrei dare. Fatele prima in un senso, dando prevalenza all’aspetto turistico, poi scatenate i cavalli e divertitevi, con testa ed attenzione, ma è una strada che permette di farlo…..accidenti se lo permette.
Terminate le gole, sulla destra è riapparso l’incantato paesino di Aiguèze. Attraversiamo l’Ardrche su un bellissimo ponte e visitiamo il borgo, che apprezziamo ancor più nella piazzetta, davanti a un bel boccale di birra………Mangio insalata, bevo birra……ma sono io ?
Di nuovo in sella, verso Avignone, con un codazzo di nuvoloni neri, incazztissimi perché abbiamo cambiato percorso e determinati a vendicarsi. Ci fermiamo praticamente sotto le arcate del ponte di Saint Bènèzet,….quello che si ferma a metà fiume insomma, conosciuto da molti come il ponte d’Avignon ma che io, che sono antico….continuo a chiamare ponte di Saint Bènèzet.
Troviamo subito alloggio ad un altro IBIS, nello specifico IBIS Centre, ma che è una ciofeca. Il peggior IBIS mai incontrato. LO dico perché a 200 mt c’è pure un Novotel che garantisce un trattamento migliore.
Serata a scarpinare per il centro di Avignone. Intanto i nuvoloni, che ho anticipato essere incazzati, hanno scaricato un bel temporale. L’aria è fresca, qualche gocciolone vaga ancora in cerca di bersaglio, intanto arriviamo di fronte al palazzo della cattività Avignonese ed….è sempre un bello spettacolo. Ci fermiamo a cenare in un bistrot di fronte al palazzo dell’opera, illuminato come a Natale. Io mi delizio con dei gamberoni alla piastra che mi lecco ancora le orecchie. Poi a dormire. Belle, bella giornata, veramente….e udite udite…..non ci siamo neanche persi. Ciao a domani.

Indimenticabile ! Ciao Diego

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